Una grande catasta di sterpaglie e #spini# viene eretta in un campo nei pressi dell'abitato, nelle giornate antecedenti il 5 gennaio. In cima è stato posto un fantoccio dalle fattezze umane. Alla sera l'intero paese di Budoia si ritrova attorno alla pira spenta. I bambini, le donne e il più anziano del paese seguono il prete in fila indiana: procedono verso la catasta, eseguendo canti religiosi e litanie. Nelle mani tengono fascine di ramoscelli e paglia con le quali, una volta incendiate, danno fuoco al #Panevin#. Il fuoco del falò epifanico illumina la notte: attorno al suo perimetro si riunisce l'intera comunità. Alcuni osservano il fumo del #Panevin# e recitano le formule di premonizione rituale, per propriziare l'anno nuovo. Mentre il fuoco consuma la pira, si balla e si mangia assieme. Nei pressi del #Panevin#, sotto ad una tettoia, si distribuiscono bevande e cibo tra cui il musetto con la polenta, la #pinza#, il salame. La festa continua nella notte.